Il soggetto come puro Io, è sempre situato nel mondo e la
sua situazione è il suo corpo.
Io sono Soggetto per me e Oggetto per gli altri. La
soggettività è quel punto cieco a partire dal quale non si è né mondo né
soggetti, bensì inter-soggettività. Se chiudo gli occhi e cerco di definire la
mia immagine, cosa vedo? Uno specchio cieco, una mancanza. Nessuno è padrone
della propria immagine poiché questa implica una co-relazione, la doppia
polarità di attivo-passivo. Ciò che è immediato (il mio corpo, la mia immagine)
è distante da me. Con Curva Cieca. Muna Mussie vuole rappresentare questa
mancanza assieme a Filmon, un ragazzo non vedente dall’età di dodici anni. La
ricerca tenta di mettere in campo saperi, sensibilità differenti per generare
un’immagine compensatoria che parla di mancanza come potenziale preesistente in
cerca di riflettersi – manifestarsi. Lo faremo partendo dalle basi: la scoperta
della lingua materna in un dialogo tra la parola, il suo segno e il significato
che la costituisce. In scena piccole lezioni di lingua tigrina, tenute da
Filmon e con l’ausilio di immagini proiettate provenienti da un abbecedario
tigrino. Dirigeranno i nostri corpi dentro la sinuosità di questo alfabeto -
segno - lingua, in una sorta di mimesi dinamica: provando ad attraversare il
segno, incorporarlo per estrarne un altro senso.
di Muna Mussie - con Muna Mussie e
Filmon Yemane
suono - Massimo Carozzi - produzione Xing/Raum
TAG #performance#spettacolodalvivo#teatro#performingarts
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