Cosa accade se uno spettacolo di danza, anziché come oggetto di linguaggio, viene costruita quale esperienza? Quante volte, nel l ‘assistere ad uno spettacolo di danza, avremmo voluto poter intervenire? Quante volte la noia, spesso determinata dal la perdita di senso, ci spingerebbe ad abbandonare la sala, o almeno ad esprimere i l nostro dissenso? E quante volte nel vedere movimento, avremmo voglia di danzare, per “sentire” ciò che viene proposto? Ma l’habitus sociale ci relega sul la sedia di spettatori, inserendoci poi in complessi circuiti di rielaborazioni post-spettacolo rilegate al tipo di spettacolo, al tipo di pubblico ed al la situazione in cui un certo lavoro viene programmato. Questi rapporti di forza riflettono rapporti di potere ben più complessi presenti nel la realtà di tutti i giorni. Voglio inter rogarmi sul la natura del dispositivo scenico attraversandolo insieme al pubblico in un’ottica diversa, incentrata non sull” interpretazione del simbolo ma su dinamiche esperienziali condivise. Abbiamo creato dei piccoli meccanismi, delle “trappole” sornione, in cui gli spettatori vengono accompagnati dai due performer. Questi piccoli dispositivi sono concepiti in modo tale per cui gli spettatori devono, per far procedere la drammaturgia, intervenire, inter rompendo o modificando lo svolgersi della scena.
Per far ciò abbiamo realizzato una linea progressiva in cui poco a poco il pubblico viene condotto su un terreno di fiducia e di condivisione, di empatia, con interventi sempre più importanti ed invasivi. L’estetica strizza l ‘occhio al film cult “Arancia meccanica”. L’arancia, i l latte, i l bianco, il rapporto sadomasochistico dell’artista con i l sistema spettacolare e con gli spettatori, fanno da sottofondo al lo svolgersi degli esperimenti. E analizzando “lo specchio”, forse, possiamo capi re meglio di quale immagine stiamo parlando.
CREDITS
IN COLLABORAZIONE CON FONDAZIONE PIEMONTE DAL VIVO
Di Marco Chenevier
Interpreti Marco Chenevier e Alessia Pinto
Scene e disegno Luci Andrea Sangiorgi
Mentor Ing. Roberta Nicolai, Roberto Castello
Fondazione Piemonte dal Vivo
Produzione Aldes e Tida (2017, con il sostegno di MIBACT e Regione Autonoma Valle D’Aosta)
Con il sostegno di MIBACT sezione generale Spettacolo Dal Vivo, Regione Toscana/Sistema Regionale dello spettacolo