Trespass_Tales of the Unexpected prende in prestito la struttura di Trespass_Processing an emerging choreography per generare una moltiplicazione percettiva. Pensando all’accessibilità come ad un’integrazione e un’amplificazione della ricezione, in questa versione il lavoro può essere visto e può essere ascoltato. Una coreografia e un racconto, entrambi creati nella loro estemporaneità. La moltiplicazione dell’accesso permette al lavoro di manifestarsi in forme plurime e comunicanti.
La scelta di moltiplicare e di sovrapporre, due voci che narrano di un solo corpo, restituisce una complessità che Trespass desidera fare emergere. Il punto di vista non è univoco, è già spostato.
Il fine è quello di portare una descrizione del reale e al tempo stesso una sua alterazione. L’intenzione è di generare una visione che esiste solo per quella coreografia e solo per quel racconto. Condurre chi osserva e chi ascolta a chiedersi cosa sia in realtà la narrazione se non una scusa per immaginare un altrove.
Trespass_Tales of the Unexpected crea un racconto che è al contempo accessibile a un pubblico non vedente ,ipovedente e vedente. Sovverte i piani di realtà, fantasia, potere e accesso. Da un punto di vista tecnico, amplifica le sensorialità percettive grazie a una spazializzazione sonora che restituisce un ambiente amniotico in cui voci, rumori, gestualità e musiche si fondono.